La “Grotta di Santa Lucia” è un’ampissima caverna naturale con fonte sorgiva dedicata al culto della Santa.
La grotta è molto ampia tanto da ospitare il presbiterio e un altare nel suo punto più alto.
Alla grotta, si accede direttamente dal grande loggiato dell’ultimo piano del complesso, addossato interamente alla roccia.
Prima della costruzione del Santuario di Vicoforte, quello di Santa Lucia fu per molto tempo il luogo di maggiore pellegrinaggio del territorio.
La grotta presenta al suo interno una cappella avente un ampio presbiterio e nella parte sommitale un altare barocco con la statua in alabastro della Santa (circa fine del XVI sec.).
Essa è racchiusa da una balaustra con alla sua destra una piccola cappella, oltre a una suggestiva rappresentazione della grotta della Madonna di Lourdes, la cui statua è incastonata nella parete, un tempo circondata di ex-voto.
Altri altari secondari vennero rimossi durante i secoli passati.
In un secondo altare, che si suppone ubicato nella piccola cappella con volta a crociera e capitelli cubici a lato del presbiterio, si notava la presenza di un dipinto: “Si tratta del trittico di scuola fiamminga cinquecentesca attualmente alla Galleria Sabauda di Torino (cat. 195), raffigurante L’Adorazione del Bambino, l’Annunciazione e la Circoncisione”.
Si narra tradizionalmente di un pilone sacro, un tempo posto alla confluenza dei torrenti Ellero e Lurisia (proprio sotto il complesso del Santuario) e di un’apparizione della Santa a una pastorella sordomuta che ritrovò parola e udito ed espresse il desiderio che il pilone fosse messo al sicuro dalle inondazioni. Fu quindi scelta la caverna collocata nel fianco del Monte Calvario abbarbicata al costone roccioso.
La notizia dell’avvenuto miracolo attirò verso la grotta numerosissimi fedeli, cosicché si provvide ad ampliare la struttura aggiungendo delle opere in muratura per facilitare l’accesso al crescente numero di pellegrini e il soggiorno di un sacerdote, impresa molto difficile per la difficoltà di accesso alla grotta a strapiombo sulla valle. A inizio ‘800 il pilone fu spostato nell’attuale e più ampia grotta e furono attuati numerosi lavori di ristrutturazione e ampliamento del caseggiato, con la costruzione dell’ala denominata Opera Pia Bernardi appositamente ideata per l’accoglienza dei pellegrini.
Nei secoli prese così forma il suggestivo complesso del Santuario.
La grotta di origine carsica è di interesse speleologico (anche se la leggenda la vuole collegata alla grotta dei Dossi sull’altro versante della montagna, ma per ora non se ne hanno le prove certe), ma di sicuro impatto per atmosfera e collocazione. Merita, essa sola, la visita. La grotta principale in realtà è l’atrio di una serie di gallerie, passaggi e antri (o “sale”) che entrano nelle profondità della montagna. Solo una piccola parte in passato era visitabile, ma attualmente è solo aperta agli speleologi con accesso da una cancellata dal lato sinistro dell’altare della cappella-grotta principale.
L’associazione AmiSaL (Amici di Santa Lucia ODV) a inizio 2024 ha avviato una particolare collaborazione con l’Associazione Gruppi Speleologici Piemontesi-Speleo Club Tanaro per rilievi e ispezioni speleologiche, al fine di mappare le grotte afferenti al complesso storico, così da censire i dettagli delle cavità segnalate sul catasto carsico regionale.
Le ultime esplorazioni hanno rivelato un’interessante scoperta: è stata rinvenuta l’antica e primordiale grotta-cappella dedicata a Santa Lucia, in uso fino a inizio ‘800, con all’interno ancora l’antico altare in pietra. L’antico locale era stato convertito, una volta cessato il suo principale uso, a cisterna (come illustrato dalle Volontarie-guida durante le visite estive), benché ad oggi il livello dell’acqua risulti minimo, a seguito delle ridotte piogge degli ultimi anni.
Dopo questa emozionante rivelazione, sono iniziati i rilievi sulla cavità carsica presente con diramazioni a partire dall’attuale grotta principale, individuando una serie di successivi ambienti caratterizzati anche di stretti cunicoli con una notevole circolazione d’aria e cenni di passaggio umano di alcuni decenni fa.
La collaborazione con gli speleologi volontari continua con il monitoraggio nel tempo della temperatura dell’aria nella cavità per valutare possibili collegamenti con altre grotte nella zona del Monte Calvario e con la realizzazione di pannelli informativi per i visitatori con i dati raccolti, elaborazioni dei rilievi e fotografie della cavità.
Queste riscoperte e approfondimenti arricchiscono ancor più l’ampia opera di valorizzazione del complesso, ricco di storia, fede e cultura, del Santuario di Santa Lucia che l’Associazione Amici di Santa Lucia sta realizzando da tempo, in particolare durante le aperture estive, con le partecipate e apprezzate giornate dedicate alle visite guidate.